lunedì 17 agosto 2020

Nietzsche e il nichilismo frainteso - L'aquila e Il serpente, Il cielo e La terra uniti

È TEMPO DI USCIRE DALLA STANZA
Considero questa piccola nota sul nichilismo un'estensione della mia mostra su Lo Sguardo (del gennaio 2023), delle cose che là erano dette con linguaggio d'immagine: cosa significhi per la coscienza essere chiusi in una stanza e cosa uscirne.
Per molti è banalità, già scontato, e dunque nulla di nuovo - mi perdonino. Per altri invece è davvero giunto il momento, dopo la potenza che l'idea di nichilismo attribuita a Nietzsche ha invaso la nostra cultura fino a divenirne luogo - direi paradigma - incontestato, e di qui a breve dunque luogo comune, è ora, dicevo, di dimensionare il nichilismo degli scritti di Nietzsche agli obiettivi verso i quali era stato elaborato e lanciato: la cultura ottocentesca, il suo pensiero dominante, le chiese inadempienti le fedi divenute superstizioni. Insomma il funzionamento economico sociale culturale dominante, già da tempo in crisi grazie alla ricerca scientifica ai movimenti sociali al rimescolamento delle guerre. Un pensiero critico in movimento, che passo dopo passo, libro dopo libro, mangiava tutti i luoghi comuni, svelava tutte le ipocrisie, distruggeva dolorosamente tutti gli idoli, e penso qui al rapporto che aveva con Wagner.
Lasciato alle spalle, consumato tutto ciò, in quanto adempimento di un dovere di esattezza chirurgica nell'esercizio della scienza critica (quando essa sia anche etica e non parolaia), ma anche di crescita personale, Nietzsche lasciava emergere sul tacquino il lato positivo del suo pensiero, durante le passeggiate nei boschi tra a Sils e Saint Moritz, nella contemplazione abbacinata del sole che spuntava tra gli alberi, nella meditazione solitaria sul grande masso immerso nel lago di Sils. Lì il suo pensiero volgeva al positivo, all'unità che è nell'universo. Volgendosi indietro a guardare il mondo da questa raggiunta consapevolezza che gli aveva guadagnato il saggio distacco ed un livello di coscienza di sé (e delle cose del mondo) superiore, di qui trova il suo giusto posto la critica feroce a denunzia del nulla costruito dagli uomini ingordi che non riescono a vedere fuori dalla stanza.


Il giardino della casa del sindaco di Sils Maria, dove Nietzsche trascorse diverse estati
"Ecco! Un'aquila volteggiava in larghi circoli per l'aria, ad essa era appeso un serpente, non come una preda, ma come un amico: le stava infatti inanellato al collo...Sono i miei animali! disse Zarathustra...ho trovato più pericoli tra gli uomini che in mezzo alle bestie, possano guidarmi i miei animali!"
(Nietzsche, Così parlò Zarathustra)



















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