mercoledì 5 aprile 2017

...tracce...

jung "dovette cedere al suo daimon e affrontare il viaggio ad interiora terrae. prese la penna e il foglio bianco e lasciò che il daimon guidasse la sua mano. così nacquero i 'septem sermones ad mortuos', forse il punto più alto della riflessione di jung sul divino e sul selbst. qui lo jung mantis ha la meglio sul profétes,  il linguaggio è saturo di dei e cela le tracce del mistero nell.atto stesso in cui vuole rivelarlo. l.anima vivente parla la propria lingua senza lasciarsi opacizzare o ischeletrire dal balbettare psicologico che, eccessivamente preoccupato della propria vis reflexiva, ricorre a un linguaggio non intuitivo, che finisce per invischiare nelle proprie reti grevi l.essenzialità ambigua e polisemica del nucleo intuitivo originario"
(angelo tonelli)