martedì 12 marzo 2024

Poesia - Tre mie poesie con il commento di Edoardo Silvestroni

Quando sei in vista di chiarezza/ non puoi più poetare e la penna/ si tramuta in timbro censoreo/ posto sulla soglia delle parole/ nell’area liminale della notte/ che stacca l’ombra dal di più/ di luce. Il sole è scuro, il sole è/ dietro l’ombre, ricco dei molti,/ che tutti insieme si passano la palla/ giocano tra i fiori anch’essi neri/ della luce che non nasconde agli occhi/ lìberi lascia e non invade di/ timbri permessi e scontatezze// Nomos è regina è dea (femminile di Dio)/ non un registro o tavola di legno o pietra/ +++++++++++fine++++++++++++++++++ Prendi un appuntamento, Tito mi disse// Non si può entrare in un elenco/ se il timore cresce e muove alla strada/ irta di buche e colli e nebbia/ pollicino si perde e cappuccetto è/ mangiata dal lupo - là le sue ossa/ e se non ora subito d’improvviso/ impulso mai si uscirà dal labirinto// Il rito vuole che danzi e giri fino/ a tornare fuori liberata. L’andare/ è gioia timorosa dell’incontro/ il canto del ritorno grida alle grida:/ lasciala passare// Immàgine mi guida alla tua porta,/ specchio sperato dell’incontro vero,/ del me nel noi, mediato nella riflessione/ che accoglie, Madre Ecclesia/ i molti all’Uno, come ritorno a casa. ++++++++++++++++fine+++++++++++++++++ Biografia// Fatto è che pongo immagini/ Il punto è di cosa, donde giungono/ dove erano o forse stanno./ Sono mìmesi di quale passaggio/ Sono il volto di se stesse in me/ Chi sono allora io che ritraggo? +++++++++++++++++++++++++++fine+++++++++++++++ l'AMICO EDOARDO SILVESTRONI HA SCRITTO: Complimenti, Fernanda! Versi davvero interessanti che si sciolgono lungo la narrazione di un percorso vitale, procedendo per un cammino che si snoda attraverso belle similitudini e delicate metafore e si conclude con quel verso escatologico finale in cui la tua anima intravede la meta e nella quale spera di trovare riposo e sicuro rifugio. #immaginazione

giovedì 25 gennaio 2024

giovedì 3 agosto 2023

Per Ingmar Bergman (Immagine "Niobe")

 

Il silenzio del rumore per

Ingmar Bergman

L’ho amato subito e sempre

Bergman

la completa assoluta

profonda radice del dolore

l’inesorabile smarrimento

l’assenza di parola che salva

F.M. 2 agosto 2023



F.M., China e carta su carta, cm 20x30






#IngmarBergman Limmagine è mia "Visione di Niobe" #cinemasvedese  #svezia #poesiasolitudine #poesia 

#Niobe #mitologia #roccia

lunedì 19 giugno 2023

Lettera d'estate. Per uno sconosciuto/a

 Gentile lettore di Singapore, la ringrazio della sua attenzione ai miei post, è davvero un onore! Un po' mi incuriosisce interloquire con lei. Se li ha gradito ciò che scrivo, come immagino, mi farebbe molto piacere se lasciasse un suo piccolo commento o pensiero. Con simpatia Fernanda Mancini

martedì 11 ottobre 2022

Unicità della Biennale 2013 Hilma Af Klint





 







 Hilma Af Klint

L’ho conosciuta nel 2013, quando alla Biennale Gioni le dedicò un grande spazio. Fu una bellissima biennale, unica, perché Gioni lì curò espose e diede giusto risalto, lontano dalla logica dell'evento commestibile-vendibile, non solo al prodotto dell'artista, all'oggetto, ma mise in luce il rotore dell'arte, il misterioso meccanismo per cui dall'operare di un artista nasce l'opera particolare, determinata e al contempo universale, unica. Gioni incluse nel guardare, e necessariamente, la riflessione sulla profondità, dove nascono le opere, tra queste quelle di Af Klint, che diventano così comprensibili, superficie trasparente della grandiosità oltre la cortina dell'apparenza, per la visione di ciò che mostrandosi appare. Operazione che abilita il recupero di un altro occhio, un occhio nuovo - dopo quello rinascimentale, di cui abbiamo perduto conoscienza-coscienza, avendone smarrito le "istruzioni d'uso", cosa che ha a che fare con il cambiamento delle epoche e il movimento delle modalità del nostro stare nel mondo. 
Nel percorso artistico e di ricerca di Af Klint sta il mistero delle sue opere, del produrle, del suo particolare modo quotidiano vivere. Nelle opere di Af Klint troviamo la geometria i giochi seri della geometria come struttura, meglio essenza delle cose del mondo. 
Certo una proposta, dopo le tante da Pitagora in poi, un nuovo e attuale riportare all'attualità della coscienza. C'è anche il passo inverso, dal cuore al guscio, dall'essenza al reale, nei suoi cigni, fiori, acque, corolle.  E importante è anche il colore, altro tentativo di ridare il mondo  attraverso la luce (onda? corpo?) e la sua rifrazione, la fisica che si svela armonia di torni e con-torni, di contrasti, di doppi e invita a non fermarsi all'emozione: Il cuore è luogo di comprensione e dunque di respiro collegamento, che va sentito in immersione non scindente, non scissa, l'emozione una modalitá di catarsi, discesa nel profondo, il regno delle madri, ove regna una ragione diversa da quella dell' intelletto.
In biennale per la prima volta è stata esposta Af Klint e per la prima volta anche il Libro Rosso di Jung, da poco, allora, uscito dalla cassetta di sicurezza di una banca svizzera, ove la famiglia di Jung lo conservava e celava. Libro Rosso, altra rivelazione di uno sguardo che corrisponde alla facoltà di guardare e vedere delle cose quegli aspetti che appartengono alla realtá, ma in uno strato diverso da quello proprio della vista fisica. 

NON UNA MOSTRA D’ARTE MA DI “CULTURA VISIVA”. COSÌ MASSIMILIANO GIONI DESCRIVE LA SUA BIENNALE, UN PROGETTO CHE AFFRONTA IL TEMA DELL’IMMAGINAZIONE E RIPORTA IN PRIMO PIANO L’INTERIORITÀ DELL’ARTISTA E LA SUA CAPACITÀ DI PRODURRE STORIE, FORME, UNIVERSI. UNA BIENNALE CHE VUOLE SOMIGLIARE PIÙ Ad un luogo propedeutico di conoscenze difficilmente accesibili, perché non occupano le pagine dei giornali, piuttosto che A UNA FIERA-mercato. ARTRIBUNE HA INTERVISTATO L’IDEATORE DEL “PALAZZO ENCICLOPEDICO”, CHE APRIRÀ AL PUBBLICO IL 1° GIUGNO.

Consiglio di leggere quest'articolo di Artribune

Viaggio al centro dell’immagine. Gioni racconta la sua Biennale | Artribune


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giovedì 14 luglio 2022

Una poesia di Alejandro Jodorowsky pubblicata da https://internopoesia.com

 


Alejandro Jodorowsky

Internopoesia

Lug 14


Poco a poco stai entrando nella mia assenza
goccia a goccia riempendo la mia coppa vuota
là dove sono ombra non smetti di apparire
perché soltanto in te le cose si fanno reali
allontani l’assurdo e mi dai un senso
ciò che ricordo di me è quello che sei
giungo alle tue sponde come un mare invisibile

Di ciò di cui non si può parlare (Giunti Editore, 2006), trad. it. Antonio Bertoli


#Jodorowsky  #internopoesia #giuntieditore  #Invisibile