Italiani sempre puniti
Roberto Giardina
Alla ricerca di entrate, il nostro governo vorrebbe imporre una trattenuta del 20 per cento su tutte le somme trasferite via banca dall´estero in Italia. Dovrebbe essere definita “taglia”. Verrà restituita se si dimostrerà che non si tratta di reddito. Mica facile, prevedo. Se faccio un regalo di compleanno a mia figlia o a mio figlio, temo che non basti. Anche un dono in euro si trasforma per loro in reddito. E se contribuisco agli studi di mia nipote? Chissà, comunque la restituzione non avverrà prima di un decennio. Ora come farà a pagare l´Imu della mia casa di Roma, o il condominio, o una spesa improvvisa?
Anni fa mi avvertirono che si era rotto il bagno del mio appartamento e rischiavo di provocare gravi danni al palazzo. Dovetti inviare al più presto cinquemila euro per effettuare i lavori di urgenza, ricattato da un idraulico che comprese la mia situazione. Oggi dovrei inviarne 6300, e poi attendere il rimborso. O forse no. La stangata è illegale, ma questo è un particolare che non ha mai interessato i nostri politici. Non vorrei parlare di me: ci sono migliaia di Gastarbeiter italiani, di lavoratori ospiti come i tedeschi chiamano gentilmente gli immigrati, che continuano a effettuare rimesse al paese per i più svariati motivi, sono soldi loro su cui hanno già pagato le tesse in Germania. Perché vessarli?
Sono sicuro che le entrate del governo si ridurranno a pochi spiccioli. Per sfuggire alla tassa iniqua si porteranno i soldi di persona, e si chiederà a qualche amico di anticipare le somme necessarie.
Lunedì ero a Roma, e volevo attraversare a piedi la piazza del Parlamento, non per protestare contro questa misura. Desideravo andare dall´altra parte in una libreria che ha sempre qualche titolo che mi interessa. Un carabiniere mi ha sbarrato la strada. Di solito si può, perché oggi no? Non sono tenuto a risponderle, comunque lo ignoro, ma un ordine è un ordine, mi ha risposto. Avevo sentito questa frase per l´ultima volta nella Berlino del 1973, ein Befehl ist ein Befehl. Il poliziotto della DDR fu brusco, il carabiniere romano – ci tengo a sottolinearlo- molto gentile. Questa è l´unica differenza.
Aprendo il giornale, ho letto che un mio vicino si era reso colpevole di un delitto nella notte di sabato. Due fratelli si erano fermati a pochi metri dalla fontana del Gianicolo, per fare pipì contro una residenza di suore lasciando le portiere aperte e la radio a tutto volume tra le due e le tre. Da una roulotte parcheggiata contro il muro, un indiano che vi abita da circa un anno, ha chiesto di poter dormire. I due non gli hanno dato retta. L´uomo in preda all´ira “a sangue freddo” (scrive il mio collega, ma dove ha fatto gli esami di giornalismo?), si è precipitato fuori ed ha pugnalato a morte il “ragazzo” di 33 anni. Il cronista trova normale il comportamento notturno dell´italiano in pieno centro che, ovviamente, non meritava di perdere la vita. L´indiano, l´avevo notato a Natale, e non poteva soggiornare in quel luogo, trovatogli dalla Comunità di Sant´Egidio. Suppongo sempre che i due fratelli fossero usciti da un locale che si trova a pochi metri: anni fa era un baretto che vendeva cappuccini, si è trasformato in un ristorante con musica che impedisce di dormire fino alle cinque del mattino al quartiere tutti i week end dell´anno, e tutti i giorni d´estate. Se si chiama la polizia, al telefono ti rispondono : “Vuoi abitare al centro?” Probabilmente il mio vicino indiano non chiudeva occhio da qualche notte. Non è un´assoluzione, solo una spiegazione.
Forse faccio confusione mettendo insieme tre notizie in apparenza lontane tra loro. Ma io trovo che siano legate da un filo, dall´arroganza cialtrona di chi da noi detiene il potere. Il cittadino è chiamato a pagare senza poter pretendere nulla, una spiegazione civile, una notte di quiete. Mi consolerò andando a passeggiare a Berlino sotto casa di Frau Angela, o andando a pranzo al Reichstag, con altre centinaia di inoffensivi turisti.
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