sabato 19 dicembre 2020

Wallace Stevens "Il senso delle cose". Una poesia e una mia nota, un inizio di riflessione sul tempo

 WALLACE STEVENS

Il senso evidente delle cose
Dopo che le foglie sono cadute, torniamo
al senso evidente delle cose. E’ come se
fossimo giunti alla fine dell’immaginazione,
trapassata in inerte sapere.
E’ difficile persino trovare l’aggettivo
per questo freddo vuoto, questa tristezza senza ragione.
La grande struttura è diventata una casa qualunque.
Nessun turbante traversa i pavimenti invecchiati.
Mai così tanto la serra bisognò che fosse dipinta.
Il camino ha cinquant’anni e si curva di lato.
Un incomparabile sforzo ha fallito, una ripetizione
nel ripetuto ritorno di uomini e mosche.
L’assenza di immaginazione doveva tuttavia
essere immaginata. Il grande stagno,
il suo senso evidente, irriflesso, le foglie,
il fango, l’acqua come vetro sporco, emanano un silenzio,
come il silenzio di un topo venuto a vedere,
il grande stagno e il suo spreco di gigli, tutto
si doveva immaginare, come una conoscenza inevitabile,
richiesta, siccome necessità richiede

È inverno. Questa poesia ci parla dell'inverno, quello delle stagioni e quello della vita. Ma non solo. È inverno quando passano i colori, quando l'esuberanza cessa e la ridondanza si raffredda e cade come un pezzo di linfa ghiacciata, e fa male. È inverno dopo l'autunno, è inverno dopo la giovinezza e la maturità, è inverno nella povertà.
La ricca immaginazione crea mondi basati sulla speranza. Cosa succede quando la speranza ci abbandona? Se ne va anche l'immaginazione? No, ci dice Stevens, proprio allora essa arriva alla necessità delle cose, alle cose come sono nel loro necessario essere necessariamente.
Sora povertà la chiamava Francesco, cosa succede quando la povertà è una scelta, la nostra sorella che abbiamo scelta come compagna nel tempo della necessità. Cosa succede all'immaginazione portata oltre il suo abituale immaginare, quando si compie la svolta, il salto nell'inimmaginato? Non più immaginare ciò che la speranza vuole, il compimento del desiderio. Questo non è più possibile in inverno, giacché esso è il tempo delle cose necessarie, vere autentiche inevitabili. La povertà ci pone faccia a faccia con l'ineludibile, con le domande ultime, le sole che contino, le sole che sempre aggiscono dal fondo, a nostra insaputa, e dunque in modi distorti.
Questa poesia ci porta sull'orlo estremo, ciascuno di noi è chiamato individualmente alla risposta.

È interessante anche seguire i percorsi che da questa poesia si aprono o arrivano. Bonaventura per esempio, alle prese con aree problematiche affini, scriveva più o meno, che tutte le cose -create- del mondo sensibile sono esemplificazioni poste innanzi alle nostre menti, ancora prive di raffinatezze e orientate verso i sensi, sicché esse cose, da questi similitudini che sono le cose sensibili, possano trasferirsi alle intellegibili, che le menti non sono in grado di vedere. E lo diceva, credo, senza svalutazione del reale.
Scrive San Bonaventura: "Sono però i sensibili esterni a entrare dapprima nell'anima attraverso le porte dei cinque sensi, ma non con la loro sostanza bensì per mezzo di similitudini che essi generano nell'elemento intermedio e poi dall'elemento intermedio nell'organo esterno e poi in quello interno; e da questo nella facoltà apprensiva. Così la generazione della specie nell'elemento di mezzo e da questo nell'organo e il convergere della facoltà apprensiva su di essa, produce l'apprendimento di tutte le cose che l'anima coglie fuori di sé". Al proposito si veda il gruppo di opere che feci nel gennaio 2015.




Croce con chiave e fiori, cartone chiave fiori, 2020


#WallaceStevens #SanBonaventura #SanFrancesco #Croce #Epistemologia #Virtùteologali
#Runge #Novalis #Romaticismo #Rinascita

venerdì 27 novembre 2020

Due lavori che ho dedicato tempo fa a Hermann Hesse

  

 



In questo lavoro ho scritto la frase di Hesse:"Il compito di capire le antitesi in primo luogo come antitesi e poi poli d'unità"





"Dove i corpi dei pesci d'oro si cullavano nel buio simile all'inchiostro e ogni tanto mandavano lampeggiamenti di cristallo e d'oro"

sabato 22 agosto 2020

Un ricordo della mostra a Romalibera del 2017







...Subito mi è stato chiaro che si presentava la possibilità di due differenti letture, una connessa al processo alchemico, l'altra al mito di Demetra-Persefone e ai Misteri Eleusini.
Uno degli aspetti più interessanti per me di questo lavoro è stato l'incontro con la cultura cinese, e, nella libertà di immaginare che mi prendevo senza limitazioni, di interrogarmi se mai ci fossero dei punti di contatto tra me Peng e Gu, e quali.
Mi sono data alcune risposte, ed anzi a perno su di esse si è andato svolgendo il lavoro, ed ora, a Romalibera, emergeva una ulteriore possibilità di senso, che avevo seguito indagato e costruito a mia insaputa.
È noto che  nell'antichità ad Eleusi, intorno alla cultura dei suoi misteri si incontrarono l'Oriente e l'Occidente, ora vedevo che quell'incontro avveniva di nuovo proprio in quelle tele che mi erano dinnanzi: seguendo Peng e Gu ero arrivata al crocevia tra le loro e le mie, occidentali, strade. Vidi che le tele che avevo chiamate Nigredo 1 e 2, e che per me esprimevano la dissoluzione di ogni concretezza, la dissolvenza, collocata proprio per ciò in ambiente acquifero, di ogni determinatezza, si allineavano secondo  un altro paradigma di senso, non opposto ma altro e forse complementare. Da esse scaturiva un significato nuovo. Nitrendo 1 e Nigredo 2 mi mostravano la dissoluzione del mondo solare della superficie, ciò che avviene nel mondo delle ombre, nel mondo di sotto. La discesa agli inferi è il primo momento del culto eleusino, che ricorda e vivifica quello in cui Persefone, che - secondo l'inno omerico a Demetra - si trova in un prato rigoglioso e sta cogliendo fiori (in particolare i narcisi, che la inebriano del proprio profumo), viene rapita da Ade e condotta nel mondo di sotto.
I Misteri Eleusini iniziano proprio di qui, dalla discesa nell'ombra, che è il ripercorrimento di quella di Persefone, e che si svolge, dice l'inno omerico, secondo la legge cosmica data da Zeus. Il regno di sotto rappresenta l'allontanamento dalla luce e dalla chiarezza manifesta delle cose, dall'ordine con cui esse ci appaiono normalmente. Una tappa necessaria nei Misteri di Eleusi, ma anche nell'Alchimia, che contiene questo passaggio nel sapiente acrostico che si è data , V.E.T.R.I.O.L.O. ( I fumi del vetriolo sono potenti e occorre tenerli in un contenitore ermeticamente sigillato, in una specie di macchina, questa immagine di macchina che racchiude e che ha la potenza di mettere in moto eventi e trasformazioni è stata posto al centro della riflessione di Duchamp).
Dopo Nigredo a distanza la sequela delle altre tre tele poste giustamente in sequenza ma vicine, perché quasi una sola espressione di senso, o meglio le fasi di un unico evento.
I Misteri contemplano la risalita in superficie, dall'ombra e dalla morte del del determinato, di Persefone-Demetra. Specularmente a Nigredo segue l'Alberofiore, il ritorno in superficie che mantiene nei pesci (animali che vivono tra fondo e superficie) il ricordo, o meglio la presenza dell'altro mondo, giacché Persefone ora non è più quella di prima della discesa, ma è rinata ad una nuova identità e comprende ora in sé i due mondi. Già nella tela "Prato di Persefone" c'è il presagio o anche il ricordo della morte che aspetta Persefone, o che essa porta con sé nel momento della  risalita-rinascita.
L'albero Resurrezione è iconicamente l'immagine di questo contenuto, cioè della nascita ad una nuova identità, declinata con i mezzi della cultura occidentale, per la quale il Cristo crocefisso ha mantenuto vivo nei millenni questo concetto antico di rinascita e lo ha inserito nella formazione culturale e storica della civiltà occidentale.
 


                                                   Nigredo - L'inizio


 Prato di Persefone

 Albero Fiore

Rinascita

Sullo sfondo Veste di Astronomia

                                                               
                                                                        Fabiana


                                                                        Silvio



                                                                  Antonio e Fabiana



Ringrazio Dino Ignani per le foto












#romalibera #persefone #demetra #papavero #eleusi #alchimia #nigredo #duchamp #dinoignani

lunedì 17 agosto 2020

Nietzsche e il nichilismo frainteso - L'aquila e Il serpente, Il cielo e La terra uniti

È TEMPO DI USCIRE DALLA STANZA
Considero questa piccola nota sul nichilismo un'estensione della mia mostra su Lo Sguardo (del gennaio 2023), delle cose che là erano dette con linguaggio d'immagine: cosa significhi per la coscienza essere chiusi in una stanza e cosa uscirne.
Per molti è banalità, già scontato, e dunque nulla di nuovo - mi perdonino. Per altri invece è davvero giunto il momento, dopo la potenza che l'idea di nichilismo attribuita a Nietzsche ha invaso la nostra cultura fino a divenirne luogo - direi paradigma - incontestato, e di qui a breve dunque luogo comune, è ora, dicevo, di dimensionare il nichilismo degli scritti di Nietzsche agli obiettivi verso i quali era stato elaborato e lanciato: la cultura ottocentesca, il suo pensiero dominante, le chiese inadempienti le fedi divenute superstizioni. Insomma il funzionamento economico sociale culturale dominante, già da tempo in crisi grazie alla ricerca scientifica ai movimenti sociali al rimescolamento delle guerre. Un pensiero critico in movimento, che passo dopo passo, libro dopo libro, mangiava tutti i luoghi comuni, svelava tutte le ipocrisie, distruggeva dolorosamente tutti gli idoli, e penso qui al rapporto che aveva con Wagner.
Lasciato alle spalle, consumato tutto ciò, in quanto adempimento di un dovere di esattezza chirurgica nell'esercizio della scienza critica (quando essa sia anche etica e non parolaia), ma anche di crescita personale, Nietzsche lasciava emergere sul tacquino il lato positivo del suo pensiero, durante le passeggiate nei boschi tra a Sils e Saint Moritz, nella contemplazione abbacinata del sole che spuntava tra gli alberi, nella meditazione solitaria sul grande masso immerso nel lago di Sils. Lì il suo pensiero volgeva al positivo, all'unità che è nell'universo. Volgendosi indietro a guardare il mondo da questa raggiunta consapevolezza che gli aveva guadagnato il saggio distacco ed un livello di coscienza di sé (e delle cose del mondo) superiore, di qui trova il suo giusto posto la critica feroce a denunzia del nulla costruito dagli uomini ingordi che non riescono a vedere fuori dalla stanza.


Il giardino della casa del sindaco di Sils Maria, dove Nietzsche trascorse diverse estati
"Ecco! Un'aquila volteggiava in larghi circoli per l'aria, ad essa era appeso un serpente, non come una preda, ma come un amico: le stava infatti inanellato al collo...Sono i miei animali! disse Zarathustra...ho trovato più pericoli tra gli uomini che in mezzo alle bestie, possano guidarmi i miei animali!"
(Nietzsche, Così parlò Zarathustra)



















Nietzsche #aquila #serpente #silsmaria# #nichilismo #armonia #unotutto #enkaipan

giovedì 16 luglio 2020

Colore Rosso


Il sangue
Il fiore
L’albero
La traccia
Tutto prende anima nel rosso del rubino

lunedì 8 giugno 2020

Tacheles







Rielaborazione della mia foto di una finestra dell'edificio chiamato Tacheles (in jiddisch "parlar chiaro") nei suoi anni d'oro, che ho scattato quando era ancora occupato da artisti provenienti da tutto il mondo. Ero sul marciapiede di fronte alla facciata principale, nella primavera del 2008. Entrambe le opee sono stampate su alluminio satinato con interventi in acrilico e in foglia d'oro, cm 11x15,5  - Esemplari unici, 300 euro per maggiori informazioni fernandamancini8@gmail.com

Per molti anni il Kunsthaus Tacheles di Berlino Mitte (un edificio occupato solo da ateliers e pieno di fermenti e idee una officina di esperimenti)  ha ospitato moltissimi artisti della scena artistica e culturale alternativa di tutto il mondo.
L'edificio dell'Oranienburger Strasse ha assunto il nome di Tacheles solo negli anni Novanta per iniziativa di un artista. Era uno dei passaggi, costruiti all'inizio del XX secolo, che conducevano dalla Friedrichstrasse  alla Oranienburger Strasse.
All'inizio della seconda guerra mondiale, i nazionalsocialisti usarono l'edificio, nel periodo della RDT vi si trovava la Confederazione Sindacale Libera Tedesca. L'edificio era stato gravemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale e, dopo la riunificazione, l'area che occupava era divenuta centrale e ambitissima, decisero quindi  che dovesse essere abbattuto. Ma prima alcuni artisti occuparono il Tacheles, e così fu dato agli occupanti in autogestione come atelier di artista. L'edificio fu dichiarato monumento storico. Poi nel 2012 fu sgombrato per far posto alla speculazione edilizio e al boom immobiliare, che ha cambiato il volto e forse l'anima della città.

English


Work on the basis of a historical photos of a window of the Tacheles in its golden years, which I took when it was still occupied by artists from all over the world. I was on the sidewalk in front of the main facade in the spring of 2008. The photos are on satin aluminium with acrylic and gold leaf interventions, 11x15.5 cm- Single photo, 300 euro - for more information fernandamancini8@gmail.com

For many years, the Kunsthaus Tacheles in Berlin Mitte (a building occupied only by ateliers and full of ferment and ideas, an experimental workshop) has been home to many artists from the alternative art and cultural scene from all over the world.

The building on Oranienburger Strasse only took the name Tacheles in the 1990s on the initiative of an artist. It was one of the passageways, built at the beginning of the 20th century, leading from Friedrichstrasse to Oranienburger Strasse.

At the beginning of the Second World War, the National Socialists used the building. During the GDR period, the German Free Trade Union Confederation was located there. The building had been badly damaged during the Second World War and, after reunification, the area it occupied had become central and coveted, so they decided that it should be demolished. But first some artists occupied the Tacheles, and so it was given to the occupants in self-management as an artist's studio. The building was declared a historical monument. Then in 2012 it was cleared to make way for building speculation and the real estate boom, which changed the face and perhaps the soul of the city.


#Tacheles #Kunsthaus #Berlin #Denkmal #fotografia #Arte #artista #Kunst #Künstler #Friedrichstrasse #Oranienburgerstrasse

mercoledì 22 aprile 2020

Opere - Werke Fernanda Mancini

fernandamancini8@gmail.com



                                         Fruehling (Psyche), Tusche, Tinte, Lack, auf Papier, cm 56x78, 2020



                                     Herbst Autunno, Kunststoff, Blaetter, Lack, cm 33x21x10, 2020




                            Winter, Kunststoff, Blaetter, Zweige, Acryl, Lack, cm 33x20x9, 2020                                        












                                O.T., Acryl, Tusche, Aquarell, auf Jute, cm 130x120, 2019




Bozzolo con gocce grigie, china, acrilico, acquarello, su carta fatta a mano, cm 56x78, 2020






                   Due Bozzoli, china, grafite, su carta artigianale, cm 78x56, 2020




                    Autunno con foglie, foglie su carta fatta a mano, cm 77x48, 2019




Piume in Ottagoni, china, carta trasparente, piume, plastica, su carta fatta a mano, cm 78x56, 2020



                    Scheletro Iconico, gesso, cartoncino, su carta, cm 57x77, 2020