sabato 22 agosto 2020

Un ricordo della mostra a Romalibera del 2017







...Subito mi è stato chiaro che si presentava la possibilità di due differenti letture, una connessa al processo alchemico, l'altra al mito di Demetra-Persefone e ai Misteri Eleusini.
Uno degli aspetti più interessanti per me di questo lavoro è stato l'incontro con la cultura cinese, e, nella libertà di immaginare che mi prendevo senza limitazioni, di interrogarmi se mai ci fossero dei punti di contatto tra me Peng e Gu, e quali.
Mi sono data alcune risposte, ed anzi a perno su di esse si è andato svolgendo il lavoro, ed ora, a Romalibera, emergeva una ulteriore possibilità di senso, che avevo seguito indagato e costruito a mia insaputa.
È noto che  nell'antichità ad Eleusi, intorno alla cultura dei suoi misteri si incontrarono l'Oriente e l'Occidente, ora vedevo che quell'incontro avveniva di nuovo proprio in quelle tele che mi erano dinnanzi: seguendo Peng e Gu ero arrivata al crocevia tra le loro e le mie, occidentali, strade. Vidi che le tele che avevo chiamate Nigredo 1 e 2, e che per me esprimevano la dissoluzione di ogni concretezza, la dissolvenza, collocata proprio per ciò in ambiente acquifero, di ogni determinatezza, si allineavano secondo  un altro paradigma di senso, non opposto ma altro e forse complementare. Da esse scaturiva un significato nuovo. Nitrendo 1 e Nigredo 2 mi mostravano la dissoluzione del mondo solare della superficie, ciò che avviene nel mondo delle ombre, nel mondo di sotto. La discesa agli inferi è il primo momento del culto eleusino, che ricorda e vivifica quello in cui Persefone, che - secondo l'inno omerico a Demetra - si trova in un prato rigoglioso e sta cogliendo fiori (in particolare i narcisi, che la inebriano del proprio profumo), viene rapita da Ade e condotta nel mondo di sotto.
I Misteri Eleusini iniziano proprio di qui, dalla discesa nell'ombra, che è il ripercorrimento di quella di Persefone, e che si svolge, dice l'inno omerico, secondo la legge cosmica data da Zeus. Il regno di sotto rappresenta l'allontanamento dalla luce e dalla chiarezza manifesta delle cose, dall'ordine con cui esse ci appaiono normalmente. Una tappa necessaria nei Misteri di Eleusi, ma anche nell'Alchimia, che contiene questo passaggio nel sapiente acrostico che si è data , V.E.T.R.I.O.L.O. ( I fumi del vetriolo sono potenti e occorre tenerli in un contenitore ermeticamente sigillato, in una specie di macchina, questa immagine di macchina che racchiude e che ha la potenza di mettere in moto eventi e trasformazioni è stata posto al centro della riflessione di Duchamp).
Dopo Nigredo a distanza la sequela delle altre tre tele poste giustamente in sequenza ma vicine, perché quasi una sola espressione di senso, o meglio le fasi di un unico evento.
I Misteri contemplano la risalita in superficie, dall'ombra e dalla morte del del determinato, di Persefone-Demetra. Specularmente a Nigredo segue l'Alberofiore, il ritorno in superficie che mantiene nei pesci (animali che vivono tra fondo e superficie) il ricordo, o meglio la presenza dell'altro mondo, giacché Persefone ora non è più quella di prima della discesa, ma è rinata ad una nuova identità e comprende ora in sé i due mondi. Già nella tela "Prato di Persefone" c'è il presagio o anche il ricordo della morte che aspetta Persefone, o che essa porta con sé nel momento della  risalita-rinascita.
L'albero Resurrezione è iconicamente l'immagine di questo contenuto, cioè della nascita ad una nuova identità, declinata con i mezzi della cultura occidentale, per la quale il Cristo crocefisso ha mantenuto vivo nei millenni questo concetto antico di rinascita e lo ha inserito nella formazione culturale e storica della civiltà occidentale.
 


                                                   Nigredo - L'inizio


 Prato di Persefone

 Albero Fiore

Rinascita

Sullo sfondo Veste di Astronomia

                                                               
                                                                        Fabiana


                                                                        Silvio



                                                                  Antonio e Fabiana



Ringrazio Dino Ignani per le foto












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lunedì 17 agosto 2020

Nietzsche e il nichilismo frainteso - L'aquila e Il serpente, Il cielo e La terra uniti

È TEMPO DI USCIRE DALLA STANZA
Considero questa piccola nota sul nichilismo un'estensione della mia mostra su Lo Sguardo (del gennaio 2023), delle cose che là erano dette con linguaggio d'immagine: cosa significhi per la coscienza essere chiusi in una stanza e cosa uscirne.
Per molti è banalità, già scontato, e dunque nulla di nuovo - mi perdonino. Per altri invece è davvero giunto il momento, dopo la potenza che l'idea di nichilismo attribuita a Nietzsche ha invaso la nostra cultura fino a divenirne luogo - direi paradigma - incontestato, e di qui a breve dunque luogo comune, è ora, dicevo, di dimensionare il nichilismo degli scritti di Nietzsche agli obiettivi verso i quali era stato elaborato e lanciato: la cultura ottocentesca, il suo pensiero dominante, le chiese inadempienti le fedi divenute superstizioni. Insomma il funzionamento economico sociale culturale dominante, già da tempo in crisi grazie alla ricerca scientifica ai movimenti sociali al rimescolamento delle guerre. Un pensiero critico in movimento, che passo dopo passo, libro dopo libro, mangiava tutti i luoghi comuni, svelava tutte le ipocrisie, distruggeva dolorosamente tutti gli idoli, e penso qui al rapporto che aveva con Wagner.
Lasciato alle spalle, consumato tutto ciò, in quanto adempimento di un dovere di esattezza chirurgica nell'esercizio della scienza critica (quando essa sia anche etica e non parolaia), ma anche di crescita personale, Nietzsche lasciava emergere sul tacquino il lato positivo del suo pensiero, durante le passeggiate nei boschi tra a Sils e Saint Moritz, nella contemplazione abbacinata del sole che spuntava tra gli alberi, nella meditazione solitaria sul grande masso immerso nel lago di Sils. Lì il suo pensiero volgeva al positivo, all'unità che è nell'universo. Volgendosi indietro a guardare il mondo da questa raggiunta consapevolezza che gli aveva guadagnato il saggio distacco ed un livello di coscienza di sé (e delle cose del mondo) superiore, di qui trova il suo giusto posto la critica feroce a denunzia del nulla costruito dagli uomini ingordi che non riescono a vedere fuori dalla stanza.


Il giardino della casa del sindaco di Sils Maria, dove Nietzsche trascorse diverse estati
"Ecco! Un'aquila volteggiava in larghi circoli per l'aria, ad essa era appeso un serpente, non come una preda, ma come un amico: le stava infatti inanellato al collo...Sono i miei animali! disse Zarathustra...ho trovato più pericoli tra gli uomini che in mezzo alle bestie, possano guidarmi i miei animali!"
(Nietzsche, Così parlò Zarathustra)



















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