La mia mostra "Simbolo. Un incontro possibile", aprirà i lavori del convegno internazionale "Symbolum. Mito, immaginario, realtà"
Stettino 17 Aprile h18 a cura di Diana del Mastro
Simbolo.
Immagini di un incontro possibile
È convinzione di Jung che il simbolo sia ciò che non si lasci dire altrimenti che con la sua immagine. Per prima cosa, nella mostra, si vedono gli ottagoni e il loro centro. L'ottagono è tra le figure simboliche di maggior potenza, esso delimita uno spazio sacro, al suo centro in una circonferenza appaiono simboli e oggetti simbolici. Questo spazio è inscindibile da ciò che in esso appare. Tra lo spazio e il centro si articola un rapporto dialettico, ciascuno è l'opposto dell'altro, è l'altro in se stesso, così formano un tutto unico, un'identità non piatta, perché ha integrato il suo doppio. Lo spazio e la sua immagine centrale stanno nello stesso rapporto che c'è tra particolare e universale, interno ed esterno, la mente archetipa con i suoi simboli e la coscienza. Ogni volta il primo termine si definisce e realizza nel secondo in un rimando, quasi un gioco di trasparenze. Ma per sapere, per capire bisogna riandare dentro, riandare al Sé e non disperdersi nella molteplicità delle sue forme esterne, dentro è conservata la memoria dell'Uroboro, il fondamento, l'origine che è anche la meta. A questo punto gli ottagoni si aprono ad indicare l'unità raggiunta. Infine essa viene rappresentata visivamente con il mandala.
È convinzione di Jung che il simbolo sia ciò che non si lasci dire altrimenti che con la sua immagine. Per prima cosa, nella mostra, si vedono gli ottagoni e il loro centro. L'ottagono è tra le figure simboliche di maggior potenza, esso delimita uno spazio sacro, al suo centro in una circonferenza appaiono simboli e oggetti simbolici. Questo spazio è inscindibile da ciò che in esso appare. Tra lo spazio e il centro si articola un rapporto dialettico, ciascuno è l'opposto dell'altro, è l'altro in se stesso, così formano un tutto unico, un'identità non piatta, perché ha integrato il suo doppio. Lo spazio e la sua immagine centrale stanno nello stesso rapporto che c'è tra particolare e universale, interno ed esterno, la mente archetipa con i suoi simboli e la coscienza. Ogni volta il primo termine si definisce e realizza nel secondo in un rimando, quasi un gioco di trasparenze. Ma per sapere, per capire bisogna riandare dentro, riandare al Sé e non disperdersi nella molteplicità delle sue forme esterne, dentro è conservata la memoria dell'Uroboro, il fondamento, l'origine che è anche la meta. A questo punto gli ottagoni si aprono ad indicare l'unità raggiunta. Infine essa viene rappresentata visivamente con il mandala.
(F.M.)
Symbol. Images of a possible encounter
Jung is persuaded that Symbol is this that is not possible explain if
not with its image.
At first you see the octagon and its full center. The octagon is one of
the much stronger and powerful symbolic image. In this my work the octagon
demarcates a sacred space in which there is a circle, at the center of that
symbols and symbolic objects appear. The space is indissoluble from everything
that in it appear. The space and its center are in a dialectic relationship and
each of one is the opposite of the other, each one is the other in itself, in
that way they constitute a single whole, a not flat identity, because the
integration with its double, its opposite. The space and its central
image have between them the same relationship that there is between particular
and universal, inside and outside, the archetype mind with its symbols and the
consciousness. Every time the
first term is defined and accomplished with the second in a cross-reference,
quasi a play of transparence.
But for knowing, for understanding you have to recur
inside, to recur the Self rather than to disperse yourself into the
multiplicity of its own external shapes; inside it is preserved the memory of Ouroboros,
the foundation, the origin which is also the goal.
At this point the octagons are opening themselves to show the achieved unity.
At last you see that I have represented the not-flat-unity with the mandala.
(F.M.)
13Muz di stettino
Symbolum. Mito, immaginario, realtà | Convegno internazionale interdisciplinare
“Symbolum. Mito, immaginario, realtà”, è il primo di un ciclo di incontri annuali la cui ambizione scientifico-culturale è quella di ritrovare l’uomo integrale e la sua caratteristica fondante, di essere cioè Homo symbolicus, simbolo tra simboli, figura mediatrice nell’universo, capace di creatività, cioè di libertà spirituale. A guidarci in tale percorso è l’approccio trans-disciplinare, che consente di cogliere e affrontare le sfide che la contemporaneità ci presenta: l’universo dello scibile umano non è infatti una prigione a compartimenti stagni, incomunicabili ed estranei, ma un labirinto misterioso, nel quale si può passare da un estremo (visibile) all’altro (invisibile che permette alle diverse realtà di procedere in direzione di un universum. La conferenza ha ricevuto il patrocinio del Consolato Onorario d’Italia di Stettino e del Sindaco della Città di Stettino.
A cura di Diana del Mastro
A cura di Diana del Mastro
13Muz di stettino
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