Dal blog www.vincenzomaddaloni.it riprendo l'articolo di Filippo d'Aragona sulla mia partecipazione alla manifestazione "ritratti di poesia", che per l'undicesimo anno ha avuto luogo a Roma in Piazza di Pietra il 3 febbraio 2017
In viaggio con Tripeditrip al Tempio di Adriano
A
“Ritratti di Poesia” il grande appuntamento romano ideato e realizzato
da Vincenzo Mascolo una giornata dedicata all’incontro tra le arti con
Fernanda Mancini che espone il suo “Liquefare l’Immobile” a conferma
che l’incontro tra Oriente e Occidente è possibile

Una
delle opere di Fernanda Mancini esposta al Tempio di Adriano. La
manifestazione “Ritratti di Poesia” è organizzata da Vincenzo Mascolo,
Carla Caiafa, Inventaeventi e dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e
Mediterraneo presieduta dal professore Emmanuele Francesco Maria
Emanuele

Che
l’arte, come dice il filosofo Massimo Cacciari, non abbia più nulla di
nuovo da dire, può forse dipendere dalle settorialità in cui le diverse
arti sono state confinate? Forse nasce di qui l’invito di Mascolo a
Fernanda Mancini ad esporre il suo “Liquefare l’Immobile”, quattro
lavori scelti tra quelli esposti alla Fondazione Ebert di Berlino
nello scorso dicembre, e che l’artista definisce “un tentativo di
riallacciarsi alla tradizione del Gesamtkunstwerk, realizzando un
progetto di opera unica, e non di mera giustapposizione, tra poesia,
musica e pittura”.
In liquefare l’Immobile Fernanda Mancini ha lavorato, e “continuo a lavorare visivamente, ci dice, sulla poesia Tripeditrip del
cinese Gu Cheng e la musica che il suo connazionale Peng Yin ha
composto su di essa, un lavoro puntuale e anche libero in cui musica
pittura e poesia, ma anche l’Oriente e l’Occidente si avvicinano,
riscoprono le comuni radici, in un confronto che proprio salvando e
attraversando le diversità, ritrova soprattutto nei simboli e nella
facoltà immaginativa la sorgente del comune abitare il mondo”.
In questo
modo liquefare, come scrive Mascolo, “perde la connotazione negativa
propria delle teorie di Zygmunt Bauman e assume un significato positivo,
la speranza dell’abbattimento di tutte le frontiere, fisiche e
interiori”. Gesamtkunstwerk dunque come pratica di un interrogarsi
comune sul mondo e noi stessi, tornando spietatamente senza compromessi
alle scomode radici del silenzio.







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