Scrive la Galleria P420 in occasione della mostra di Nonas "Dopo dieci anni di antropologia, iniziò a fare arte. New York, all'inizio degli anni Settanta era un focolaio di cambiamento in tutte le arti. Sembrava tutto possibile. I Nona cominciarono a fare seriamente e mostrare lavoro lì. Fin dall'inizio, ha usato solo materiali ordinari e familiari; pietre, legno, acciaio disposti in forme semplici e facilmente riconoscibili. Mario Merz ha detto che il problema per ogni artista è lo stesso: semplicemente aggiungendo o rimuovendo. Il lavoro di Nonas si trova sul bordo stretto dove l'uno diventa l'altro. Alcuni hanno definito minimalista il lavoro di Nonas, ma ciò che condivide con i minimalisti è solo un vocabolario di forme semplici. L'obiettivo di Nonas è sempre il potere emotivo e la presenza, non il rigore freddo della riduzione minimalista. Il suo lavoro parla sia alla testa che allo stomaco. Dice di costruire posti; oggetti che si sentono come luoghi, che cambiano il mondo come fanno i luoghi".
R.Nonas, da No-Water-In,Galleria P420, Bologna, 2011
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