giovedì 21 novembre 2013

scoenberg, die gluckliche hand (1908-1912) piccolo accompagnamento all'opera


schoenberg non gradiva l'etichetta di "musica espressionista" per questo suo lavoro. si tratta di un'opera che probabilmente rielabora temi come l'amore e l'abbandono e la morte, legati alla esperienza personale dell'autore.

 un'opera sperimentale, che usa pariteticamente colore, luce, gestualità, come schoenberg scrive: " l'elemento determinante è che un processo spirituale, che nasce indubbiamente dall'azione, non si esprime soltanto attraverso gesti, movimento e musica, ma anche attraverso colori e luce; deve essere chiaro che i gesti, i colori e la luce vengono qui usati come suoni, ossia che con essi si fa musica". è di questi anni l'amicizia con Kandinskij, di cui mette in musica alcuni quadri (si trovano su youtube).

l'espressione "la mano felice" prende in considerazione la funzione della mano, in quanto appendice del corpo, di fare, di agire verso l'esterno ed in questo fare - di un interno che si rivolge, con il fare, all'esterno - sperimenta la felicità , scrive: "la felicità sulla punta delle dita: tu che hai in te l'ultraterreno, aneli a ciò che è terreno...?", ma è un processo complesso, giacché niente ristà, e l'appagamento- del fare - abbisogna di una espressione sempre rinnovantesi. così schoenberg chiude queste righe "una mano felice che cerca di afferrare ciò che non può non sfuggirle, quando essa lo tiene in pugno. una mano felice che non mantiene quel che promette!". in gioco c'è la stessa capacità creativa dell'artista, di ogni artista.

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